VIVERE diVERSI | gio 3 luglio | ATTRAVERSAMENTI, la via Appia tra Pietra e Visione 2025

gio 3 lug 25
ore 21,00
 Area mausoleo Cecilia Metella / Chiesa di San Nicola (Castrum Caetani)
# teatro vocalist



 CDL- Spazio Madera
 VIVERE diVERSI
 la bellezza non può morire

 da Omero, Joyce e Katherine Mansfield
 di e con Miriam PALMA
 musica e chitarra Nino GIANNOTTA

 L’ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce, Molly (Penelope) il 23 libro dell’ Odissea di Omero, e
un racconto di Katherine Mansfield, il canarino.
Sono i testi, (colori, tonalità’) che ho utilizzato per questa composizione.
 
Ulisse è stata una figura mitica che ha influenzato e condizionato fortemente la letteratura di tutti i tempi, Joyce ne rimase folgorato, il suo Ulisse non è l’eroe che la voce di Omero canta, ma è l’antieroe, Molly, non è la donna, forte, fedele, paziente, accorta, come Penelope, ma una donna, leggera, la cantante, che spera nel successo.
La donna del racconto “Il canarino” esprime con grande semplicità la complessità della vita.
 Tre donne, tre figure, tre anime mitiche letterarie, Molly, Penelope e Maria, si ritrovano a loro insaputa a condividere la stessa  casa di riposo, o R. S. A. Ognuno di loro è chiusa in se stessa nel  proprio mondo e come accade per chi soffre di demenza senile ricordano solo gli eventi passati della loro vita. Raccontandoli come in un loop, ognuno di loro regala un pezzo della loro vita, soprattutto la parte più intensa quella che non muore mai.
Molly  è fragile un po’ sciocca, ma nella sua riflessione finale sulla natura e il mondo, dice delle verità sconcertanti che nessun scienziato potrebbe dire con tale immediatezza.
Penelope ha il dono della pazienza ma nonostante la sua virtu’ non si fida di nessuno, non riconosce il marito.
La donna del racconto “ il canarino” pur essendo la più semplice è quella che sa cogliere nel dolce canto del suo amato canarino il grande mistero della vita.
In questo cammino mi è piaciuto inoltrarmi nel gioco, nell'immediatezza, nel vortice dello stile joyciano, allo stile epico del canto di Omero, e alla scrittura della Mansfield.
Ho cercato di far cantare i testi attraverso la natura prettamente musicale degli scritti, facendo appositamente “stridere” armonicamente, i differenti testi.        
Molly è una cantante, Penelope sta imparando  a cantare, l’altra ha scoperto nel canto, la vita.
A dare unita espressiva e drammaturgica alla messa in scena, viene in soccorso il corredo la dote. Vera anima concettuale e materiale del lavoro, corredo che tutte e tre non hanno mai goduto per vari motivi. Maria non si è mai sposata, Penelope non ne ha avuto il tempo, Molly non lo ha mai avuto. Lenzuola, tovaglie, centri, centrini, coperte… tutto ricamato a mano con arte e con vari metodi di lavorazione, tombolo, chiacchierino, uncinetto etc… Il ricamo arte prettamente femminile ormai praticamente scomparsa che sottolinea la pazienza di sciogliere i nodi, la gentilezza del gesto, la padronanza del tempo, veri valori da vivere. Tessere il tempo la trama del tempo. La creazione.
Il corredo-Dote sarà la scenografia di questo ultimo lavoro che l’artista monterà e creerà al momento, durante lo svolgimento dello spettacolo.

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